Impero Romano, Mesopotamia, ELAGABALO, 218-222 d.C., BRONZO, Emissione: 218-222 d.C., D/ AVT K M AV ANTΩNEINOC, busto laureato, corazzato e paudato a destra, R/ MAΡ AVΡ ANT KOΛ EΔECCA, la dea della Città (Tyche) turrita seduta su rocce a sinistra, regge un ramoscello con la mano destra; sotto: dio del fiume (Oronte) nuota a destra, Zecca di Edessa*, Rif. bibl. B.M.C., 28,55; Sear, 3141; Metallo: AE, gr. 14,95, (MR40863), BB, (NC)
* Città della Mesopotamia del nord (oggi Urfa in turco; arabo ar-Ruhā) presso il fiume Belīkh, antico Balicha. Essa deve il suo nome a quello della città macedone omonima, che le fu imposto da Seleuco I. Dal nome indigeno, Orhai, deriva quello del regno di cui essa fu capitale, l'Orrhoene o Osroene; la forma araba e quella turca ne sono alterazioni. Sede della dinastia, di origine araba, che s'insediò nell'Osroene col decadere dei Seleucidi (metà del II secolo a.C.), fu successivamente sotto la supremazia dei Parti e dei Romani, ed ebbe parte importante nelle guerre tra questi ultimi e i Sāsānidi. Da Edessa si diffusero la lingua e la letteratura siriache, favorite dall'espandersi del cristianesimo, il quale, penetratovi per tempo, fu dichiarato religione di stato dal re Abgar IX. Presa dai Persiani nel 608, fu ripresa da Eraclio tra il 622 e il 629, ma cadde poco dopo in potere degli Arabi (638 o 639), e fu a lungo disputata fra essi e i Bizantini, che l'assediarono più volte e nel 1031 la occuparono. Riperduta e ripresa, fu poi espugnata da Baldovino di Fiandra e divenne sede del suo principato; ma nel 1144 ricadde in mano dei musulmani. Nel 1637 fu occupata dai Turchi ottomani.