Impero Romano, GALLIENO, 253-268 d.C., SESTERZIO, Emissione: 260-268 d.C., D/ GENIVS P R, testa laureata e turrita del Genio a destra, R/ INT VRB S C, all'interno di una corona di foglie di alloro, Zecca di Roma, Rif. bibl. R.I.C., 1 interregnum; Cohen, 333; MIR, 702i; Metallo: AE, gr. 13,20, (MR87010), Diam.: mm. 30,20, MB, (R)
Secondo il fisico e numismatico francese Charles Patin (1633-1693) questa moneta è dedicata a Gallieno INTranti VRBem, in occasione cioè del suo rientro a Roma. La legenda del dritto GENIVS Populi Romani [GENIVS P R], collegata a quella del rovescio INTranti VRBem, per lo studioso sembrerebbe spiegarlo chiaramente. Il gesuita e numismatico austriaco Joseph Hilarius Eckhel (1737–1798) cita l'opinione di Patin e la riferisce ad Anselmo Banduri (numismatico e antiquario italiano), ma si rifiuta di asserire, "in un caso così dubbio", ogni sua personale congettura.
Il numismatico David Yonge nel suo articolo "The So-Called Interregnum Coinage", apparso nella prestigiosa pubblicazione "The Numismatic Chronicle" (1966-) vol. 19 (1979): 47 – 60, assegna questa interessante emissione alla fine del regno di Gallieno, andando controcorrente rispetto alla precedente tradizionale collocazione che la poneva nel periodo di interregno tra la morte di Aureliano e l'elevazione di Tacito. La sua argomentazione era basata su un'attenta analisi del flan, dello stile del ritratto e su un'analisi comparativa dei nominali romani della metà del III secolo. Anche lui, quindi, considera questa moneta come commemorativa dell'entrata di Gallieno a Roma dopo le sue vittorie su Eruli e Goti a Naissus.
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